Money for Dope! Chi Risparmia nella Ricerca!


Spesso gli animalisti vengono a dirci che le cellule staminali sono sfavorite nella ricerca per un mero motivo economico. Dato il mio precedente articolo, converrete con me che parlare di metodi totalmente alternativi è inutile, ma vogliamo illuderci che le cellule staminali crescano su gli alberi e che simpatici Oompa-Loompa le raccolgano appositamente per noi e, per stavolta, diamo per buona la totale estraneità del metodo di produzione, dalla soppressione di animali, siano essi gravidi o meno…

È veramente così poco onerosa la ricerca su un animale o un gruppo di animali? Queste cellule quanto costano? Le cavie sono prese direttamente dalle fogne?

Nel presente dialogo cercheremo di fugare questi ed altri dubbi. Premetto che, non essendo mai stato titolare di un progetto tutto mio, non conosco in dettaglio i prezzi di ogni singolo reagente o prodotto usato in laboratorio. Inoltre da questa mia indagine sono stati esclusi i costi delle analisi generali di laboratorio e quelli delle tecniche impiegate, d’altro canto una ibridazione in situ è identica in entrambi i modelli (animale e cellulare) e noi non vogliamo indagare su quale dei due metodi sia più affidabile ma sua quale dei due risulti meno costoso.

Presupponiamo che gli animalisti non conoscono il più grande e temibile segreto delle cellule: devono crescere ed essere nutrite! Tutto ciò avviene su uno strato di albumina di siero bovina o di siero di capra normalizzato! Guarda un po’ due derivati di lavorazione animaleai posteri l’ardua sentenza.

Questa analisi compara i costi di gestione di due sistemi modello animale, Danio rerio (o pesce zebra, passato alle luci della ribalta dei TG qualche mese fa come “pesce anticancro”), Mus musculus (comunemente detto topo) con i costi delle cellule staminali.

Mettiamo subito in chiaro una cosa che fin’ora non ho mai letto sulle pagine antivivisezioniste: gli animali da laboratorio spesso non sono animali comuni, sono cresciuti in condizioni standardizzate per evitare contaminazioni esterne, le loro linee genetiche sono accuratamente selezionate e di solito vengono nutriti con cibo appositamente selezionato per la ricerca scientifica, che non si trova nei comuni negozi di animali.

L’analisi per semplicità viene fatta su base annuale.

Gli animali e le cellule hanno di base dimensioni differenti:

  • Uno strato di cellule entra in una piastra Petri, la struttura che le contiene di solito è una camera termostatata o una cappa atta a mantenere le condizioni di tensione dei gas e umidità standard, inoltre il pH viene rilevato con un comune pH-metro.
  • Per i pesci o per i topi bisogna prendere una stanza dell’edificio di ricerca e dedicarla a stabulario, le gabbie e le vasche devono per legge avere dimensioni standard e le condizioni di temperatura devono essere costanti mentre il ciclo giorno e notte (ritmo circadiano) non deve essere alternato.

Analizziamo i costi delle due scelte:

  • Tutte le strumentazioni atte a coltivare le cellule in laboratorio fanno parte del corredo standard indi €0, più il costo di cento piastre Petri che è di €1.000 (sto considerando le Petri in vetro, le più costose che conosco).
  • Per gli animaletti si va dai pesci che necessitano di acqua termostatata e lampade UV, calcolo un €50 di costo a vasca, per una piccola facility di 25 vasche servono perciò €1.250; il discorso costi è simile anche per i topi ma qui viene il bello, si deve aggiungere un altro costo per la stanza, in media si perde una stanza o parte di essa quindi aggiungiamo un €50 al Mq arrivando a €1.350.

Inoltre:

  • Le cellule non possono ammalarsi, o meglio, possono essere contaminate da batteri ma nessuno medico le deve visitare, di solito un biologo mediocre se vede qualcosa che danza come la famosa stella nietzschiana nella coltura ci mette dentro ‘na pipettata di antibiotico e lì finisce, se metà della coltura crepa pazienza, si aspettano un paio d’ore e mamma mitosi ripara il maltolto, la ricerca è salva.
  • Per i topi e i pesci la storia è differente, se iniziano a morire devi chiamare il veterinario di struttura! Ebbene sì miei cari lettori, per legge una struttura che fa sperimentazione sui vertebrati deve avere un veterinario di struttura costo medio €1.200/mese, prendiamo un neolaureato che s’accontenta di poco! Per un anno sono €14.400 (tasse escluse).

Ricapitolando, i costi per ora sono: 1.000€/anno per le cellule, €15.650/anno per i pesci e €15.750/anno per i topi. Abbiamo escluso i costi per il nutrimento degli animali e per il mantenimento delle cellule perché sono cifre irrisorie.

Ed ora arrivano i problemi reali ovvero i costi delle apparecchiature strettamente vincolate alla sopravvivenza degli esseri viventi (perché miei cari è bene che voi sappiate che le cellule sono esseri viventi):

  • La manipolazione delle cellule non prevede che il personale riceva particolare formazione, spesso un periodo di tesi magistrale forma un addetto di discrete capacità manuali, inoltre v’è bisogno di una cappa a flusso laminare di III tipo per la gestione della colonia, ed ha un costo elevato: circa €100.000.
  • L’impiego di animali prevede, oltre alle stesse competenze dello sviluppo delle colture cellulari, una specifica formazione del personale tecnico, formazione che non si limita alla sola tesi magistrale ma va oltre: bisogna conoscere un’anatomia differente da quella umana, bisogna imparare a darsi un pugno nello stomaco per trovare la forza di sopprimere un animale, bisogna acquisire una determinata manualità. Oltretutto si deve pagare per la pulizia delle gabbie, materiale di gestione per gli animali e la facility, perché è bene che sappiate che le gabbiette che vedete nelle fotografie diffuse dalla propaganda animalista sono in disuso da almeno 20 anni. Escludendo la formazione del personale ed i costi di pulizie, la sola facility costa quanto una cappa di III tipo (€100.000)… ma qua viene la cosa divertente: la cappa serve anche nella sperimentazione animale! Quindi nel caso degli animali non bastano €100.000 (necessari per la sperimentazione su cellule) ma ci vogliono €200.000.

Va inoltre considerato che le cellule, al contrario degli animali, non vanno anestetizzate. L’anestetico più usato è la tricaina, quella che usa anche il vostro dentista, funziona benissimo sui pesci (dimostrando che non siamo poi così diversi come dicono gli animalisti). Costo della tricaina: €100 a barattolo. Per i topi l’anestesia costa molto di più in quanto si usa CO2 ultrapura.

Tirando le somme in breve, preziari alla mano, la sperimentazione animale viene a costare più del doppio delle colture cellulari… Cribbio che risparmio!


[LI]

14 thoughts on “Money for Dope! Chi Risparmia nella Ricerca!

  1. Ma, anche banalmente, basta guardare quanto costa un topo. Già, perché per formare colonie devi comprare i topi prima. Un topo GM costa intorno al centinaio di euro e ogni tot devi ricomprare i produttori. Una linea di cellule (se immortalizzata, per esempio) può anche non costarti niente.

    Bell’articolo, come sempre 😉

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  2. Articolo molto bello e dettagliato, che oltre a fare un po’ di chiarezza sui costi della sperimentazione animale è anche un piacevole e gradito “approfondimento” sul mondo della ricerca, che personalmente trovo molto affascinante 🙂
    Peccato che poi ad un animalaro possa bastar dire “sono tutte bugie, le multinazionali lo pagano per dire questo” e siamo punto e a capo…

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    • Oppure basta dire “è una speculazione perché costa di più”. Tanto, finché non specifichi cosa vuol dire “speculazione”, la speculazione può essere una cosa che nasce dalla spesa come dal risparmio.

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  3. Quindi, come era ovvio, l’uso degli animali costa di più. Basterebbe questo a far cadere tutto il “castello di carte accusatorio” costruito dagli animalisti.
    Trovo semplicemente sconcertante che questa gente non sappia che per produrre una coltura cellulare sia necessario estrarre le cellule da un animale… si saranno mai posti il problema?

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  4. Ottimo articolo, complimenti.

    Mi permetto di segnalarvi un piccolo refuso (che si trasforma in un orrore chimico): dove parlate di anestesia avete scritto CO2 mettendo il 2 all’apice piuttosto che al pedice della O.

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  5. ottimo articolo e vorrei dare un piccolo contributo per far pendere ulteriormente l’ago della bilancia dei costi 🙂 i costi dei topi ingegnerizzati, knock-out: direttamente chiesto al mio prof di immunologia:
    <>

    Direi che le spese lievitano di parecchio se il lab deve fare ricerca su diversi geni xD

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  6. Solo un paio di puntualizzazioni: oramai si usa come anestetico l’isofluorano o l’avertina che costano leggermente di meno, ma vi siete dimenticati di aggiungere un costo abbastanza alto: nel caso di colonie di animali transgenici, le nidiate devono essere genotipate il più delle volte (ovviamente non nel caso di accoppiamenti in omozigosi), il costo del genotipo non è indifferente, e si va da una pcr da 20-30€ a kit Elisa che costano fino a 600€ (e consentono di genotipare al max 90 topi). La gestione dello stabulario costa molto di più se si considera personale e stanze SPF o di biosicurezza superiore al 1

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  7. Questa gente non sa nemmeno fare 2+2 (sono vivo e sano grazie alla scienza) pretendete che capiscano conti così complessi, con addirittura le migliaia O_O ???
    ;))))

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