Riflessioni Etiche sui “Diritti Animali”


Noi soffriamo, purtroppo, nel discorso etico, della pesantissima eredità del cristianesimo.
Vale a dire, ogni gesto, per essere considerato etico deve corrispondere ad una legge superiore, deve conformarsi all’idea etica.
L’uomo, e inteso anche nel senso più ampio, l’umanità, è tenuta a rispettare l’idea etica, oggi, così come un tempo era tenuta a rispettare l’idea di Dio.
La dimostrazione dell’esistenza di una simile idea superiore dell’etica è stato oggetto dell’infinito sforzo dei filosofi che volevano rimpiazzare il vuoto lasciato dal crollo dell’etica religiosa; non eravamo più abituati a stare senza un padrone che ci dicesse come comportarci.

Dio era morto, ora dovevamo sostituirlo con un altro, come ci insegna Nietzsche.

Di conseguenza l’uomo non può fare nulla senza essere autorizzato da un ente immateriale e spirituale, dall’Etica. Dostoevskij diceva che senza Dio tutto è permesso… ora sono tutti spaventati all’idea che senza l’Etica tutto diventi possibile. Ma questo non è affatto vero.

L’etica ha avuto un’origine storico-biologica, dunque per un periodo di tempo trascorso dalla comparsa dell’uomo sulla terra, o se non da allora, da prima della sua comparsa, l’etica non è esistita. Se esiste è perché è stata creata, o se si preferisce, è nata spontaneamente dal pensiero dell’uomo, è un prodotto dell’uomo.

L’etica deve dunque conformarsi all’uomo che l’ha creata, non il contrario; l’uomo non ha bisogno di autorizzazioni per disporre di tutto l’universo come più gli aggrada. I suoi limiti non sono nell’idea, ma sono nella realtà delle cose… Nella fattispecie, l’uomo ha dei limiti naturali, e inoltre, come essere sociale, ha dei limiti sociali. Vale a dire, io devo render conto di ciò che faccio agli altri uomini, perché devo regolare i miei rapporti con loro (a meno di scegliere l’eremitaggio, ma probabilmente anche così gli uomini troverebbero il modo di rompere le scatole).

Ma l’umanità in sé, la totalità degli uomini, non deve rendere conto di niente a nessuno. Solo a Dio, se ci si crede.

Quella di Etica, insomma, è un’idea comoda, utile per fornire buone prassi di convivenza in società (in questo senso sta un gradino sopra il galateo e uno sotto la legge), ma nel momento in cui pretende di trascendere la prassi e di imporvisi, allora diventa fantasia, pura superstizione.

In realtà gli animalisti non possono richiamarsi a nessuna idea superiore dell’etica, perché nella tradizione non ce ne sono a sufficienza a sostenere una simile causa, e l’etica come ente spirituale esiste solo nella tradizione.

Cosa possono fare allora? Possono, ovviamente, combattere le proprie lotte in termini sociali, e non etici; vale a dire, invece di chiedere il rispetto dei diritti animali, che sono a tutti gli effetti una loro invenzione (esattamente come lo sono i “diritti umani”, che sono importantissime prescrizioni pratiche sociali, ma non hanno in realtà nessuna origine “naturale” o trascendente l’umanità), possono richiedere rispetto per se stessi in quanto amanti degli animali.

È probabile, a mio avviso, che questo approccio potrebbe ottenere più successo di quello attuale, che invece è piuttosto simile a quello degli integralisti religiosi: “abbracciate la nostra etica o andrete all’inferno!”

Se infatti c’è una cosa che urta profondamente la maggior parte delle persone, me compreso, è la presunzione di superiorità morale nel prossimo. Specie se poi è platealmente ingiustificata.

Un animalista estremista, in un forum, scriveva:

la gente rispetterà gli animali o perché li ama o perché avrà paura di quello che potrà succedergli se non lo fa.

Raro che io concordi con un animalista… Ma è assolutamente vero! È così anche con gli umani; li rispetti per via di un qualche sentimento nei loro confronti (amore, compassione, stima, etc.) oppure perché ci sei costretto con l’intimidazione. È giusto, è giusto ciò dice quel fanatico! Ma non rivela certamente nessuna superiorità etica, al contrario; quello è un rifiuto totale, quasi superomistico dell’idea stessa dell’Etica trascendente.

Dovrebbe essere chiaro che in effetti ciò va anche contro l’etica come prassi di convivenza. Ma questo è un altro paio di maniche…


[OI]

7 thoughts on “Riflessioni Etiche sui “Diritti Animali”

    • Doveri? Verso chi? Se c’è un dovere da una parte, deve esserci da un’altra parte un diritto che richiama tale dovere. Se gli uomini hanno il dovere di rispettare in qualche misura anche gli animali (e possono anche averne alcuni, chi lo nega?), tale dovere non risponde ad un diritto dell’animale, ma bensì ad un diritto di altri uomini.
      Se gli animalisti impostassero in maniera decente il dibattito, chiedendo il rispetto per gli animali ma senza farneticare di animal rights, non avrei nulla da ridire dal punto di vista filosofico e metaetico. Loro porterebbero una posizione PERSONALE, e io porterei una posizione PERSONALE. Insieme si troverà un compromesso.
      Ma fin quando vorranno ammantare disonestamente le proprie opinioni della sacralità del diritto, il risultato non potrà che essere un muro contro muro. Che li vedrà sconfitti, fra l’altro…

      OI

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      • Mi interessa sapere la correlazione tra “diritti” e “doveri” degli animali.
        Non riesco a capire il perché non è corretto parlare di diritti, e qual è la logica che lega diritti (il diritto alla vita) a qualche dovere.
        Lo chiedo perché non riesco a trovare una “mia posizione stabile” sul’argomento, ovvero non ho trovato un pensiero che mi convinca in pieno.
        Grazie!

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      • Dipende da come intendi “diritto”. Se lo intendiamo come una tutela determinata in una certa società, non è legata ad un dovere, può anche cadere dal cielo. Ma il diritto viene inteso normalmente come qualcosa di trascendente le situazioni particolari, qualcosa che TI SPETTA. In questo senso, il diritto non può che essere qualcosa di acquistato dal soggetto, non puoi dire che ti spetti se non hai fatto e non potrai né vorrai mai fare qualcosa per guadagnartelo. Se nont e lo guadagni, resta un regalo, una concessione, e non un diritto.

        [OI]

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  1. come scrive lei :”l’uomo non ha bisogno di autorizzazioni per disporre di tutto l’universo come piu’ gli aggrada. I suoi limiti non sono nell’idea ma nella realta’ delle cose …. ” INFATTI la REALTA’ e’ che sta DISTRUGGENDO il mondo che lo circonda.
    Anche la SOFFERENZA degli animali e’ una realta’.

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  2. Ammesso che fosse stato lo stesso, c’ero anch’io su quel Forum quando l’animalista ha fatto quella affermazione!

    In realta’ i “dirirtti” sono regole di convivenza che, x loro stessa natura, regolano i rapporti fra le persone e con tutto il “resto d mondo”, ma sempre con la persona come “centralita’” di queste regole, come “soggetto di diritto”, appunto.
    Sono, in primis, limitazione di liberta’ individuali, necessarie ad un bene superiore, la “civile convivenza”, appunto: in tutto questo i “diritti animali” sono semplicemente un “nn senso”…

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